Cantine Maligni
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Vino Sfuso


Shadow

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La figura del nonno sembrava ancora più affascinante, perché con quelle uve che aiutavo a vendemmiare aveva ottenuto per esperienza quasi magica, là nella cantina fresca e buia, tenuta con la stessa devozione di una chiesetta, un vino che faceva accorrere la gente dalla città. Sembravano tutti sedotti dal vino del nonno, dalla tradizione che perpetuava profumi e sapori. Anche il vicino faceva il vino, ma era profondamente diverso da quello del nonno e non era altrettanto buono: il vino era un fatto di fiducia.

La domenica di vendemmia passata a staccare grappoli dalle viti, la pigiatura, con i piedi, dell’uva nelle bigonce, sono ormai ricordi lontani. In passato la figura del nonno viticoltore pareva imponente e buona: in vendemmia tutto era abbondanza, gioia e speranza. La stessa serena atmosfera si assaporava sotto il pergolato nel successivo mese di maggio, quando si gustavano le prime bottiglie dell’ultima raccolta. Era affascinante, il colore del vino giovane, la schiuma che riempiva il bicchiere e poi scompariva, il gusto con una vena di dolce, e il prosciutto che veniva affettato per offrirlo al cliente, anche allora considerato sacro.